IL SOCCOMBERE ALLA VIOLENZA SESSUALE DEL MARITO IN COSTANZA DI CONVIVENZA NON E’ CONSENSO

Pronunciandosi su un caso in cui un uomo era stato condannato per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale nei confronti della moglie, la Corte di Cassazione – nel disattendere la tesi difensiva, secondo cui erroneamente era stato ritenuto il reato di violenza sessuale in particolare per non avere i giudici adeguatamente valutato l’alternativa ricostruzione del fatto, del tutto plausibile, sulla saltuaria consumazione di rapporti sessuali tra i due coniugi, pur in assenza di sentimenti amorosi – ha invece ribadito che in tema di violenza sessuale, il mancato dissenso ai rapporti sessuali con il proprio coniuge, in costanza di convivenza, non ha valore scriminante quando sia provato che la parte offesa abbia subito tali rapporti per le violenze e le minacce ripetutamente poste in essere nei suoi confronti, con conseguente compressione della sua capacità di reazione per timore di conseguenze ancor più pregiudizievoli, dovendo, in tal caso, essere ritenuta sussistente la piena consapevolezza dell’autore delle violenze del rifiuto, seppur implicito, ai congiungimenti carnali (conformi Cass. pen. Sez. III, 14 dicembre 2018, n. 17676, dep. 2019, Cass. pen. Sez. III, 17 febbraio 2015, n. 39865, Cass. pen. Sez. III, 23 maggio 2013, n. 29725.

 

Sentenza 18 gennaio 2021, n. 1764 sezione terza penale della Corte di Cassazione

Nell’argomentare che il rapporto sessuale fatto oggetto di contestazione fu consapevolmente imposto dall’imputato alla moglie – che manifestò il proprio dissenso, posto che da tempo i coniugi non avevano rapporti sessuali e vivevano da separati in casa – e fu da questa subito per paura di incorrere in ulteriori condotte maltrattanti, sì da costituire, peraltro, la molla che fece scattare nella donna, che da molti anni subiva le angherie e i soprusi del marito, la decisione di porre fine alla convivenza e di allontanarsi di casa con le figlie, la Corte territoriale ha reso motivazione del tutto logica, che non presta il fianco a censure in questa sede di legittimità.

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